domenica 9 novembre 2014

SGR



La gestione dei rifiuti è un'attività economica di primaria importanza, che vale dieci miliardi di euro per la sola quota di rifiuti urbani, ed è strumento per un uso efficace delle risorse naturali.


La perdita di materiali preziosi è una costante delle nostre economie. In un mondo in cui la domanda di risorse finite e talvolta scarse non cessa di aumentare, la concorrenza si acuisce e la pressione su queste risorse degrada e indebolisce sempre più l’ambiente, l’Europa può trarre benefici economici e ambientali dall’uso più adeguato di queste risorse. A partire dalla rivoluzione industriale lo sviluppo delle nostre economie è avvenuto all’insegna del “prendi, produci, usa e getta”, secondo un modello di crescita lineare fondato sul presupposto che le risorse sono abbondanti, disponibili, accessibili ed eliminabili a basso costo. È opinione sempre più diffusa che questo modello compromette la competitività dell’Europa.

La transizione verso un’economia più circolare è al centro dell’agenda per l’efficienza delle risorse stabilita nell’ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Utilizzare le risorse in modo più efficiente e garantire la continuità di tale efficienza non solo è possibile, ma può apportare importanti benefici economici.  

Il settore industriale ha già ravvisato le grandi opportunità legate all’aumento della produttività delle risorse. Si stima che un uso più efficiente delle risorse lungo l’intera catena di valore potrebbe ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali del 17%-24% entro il 2030 (Meyer, B. et al., Macroeconomic modelling of sustainable development and the links between the economy and the environment, 2011. Studio realizzato per conto della Commissione europea, DG Ambiente), con risparmi per l’industria europea dell’ordine di 630 miliardi di euro l’anno (Guide to resource efficiency in manufacturing: Experiences from improving resource efficiency in manufacturing companies, Europe INNOVA, 2012). Secondo studi commissionati da imprese e basati sulla modellizzazione a livello di prodotti, adottando approcci fondati sull’economia circolare l’industria europea potrebbe realizzare notevoli risparmi sul costo delle materie e innalzare potenzialmente il PIL dell’UE fino al 3,9% (Ellen MacArthur Foundation, Towards the Circular Economy: Economic and business rationale for an accelerated transition, 2012), attraverso la creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti e grazie al relativo valore per le aziende.
Fonte: Commissione Europea, COM(2014) 398, 2 luglio 2014, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, "Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti".


Il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, ha indicato le sue priorità in termini di rifiuti:

"L'obiettivo primario è la gestione dei rifiuti in tutta Italia, anche con il contributo di quegli inceneritori che oggi non vanno a pieno regime. La priorità assoluta è evitare le infrazioni comunitarie alle porte."



Comunicato stampa 144/14 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Sentenza sulla causa C-385-13, relativa allo smaltimento di rifiuti in Campania.
 I procedimenti d’infrazione riguardano l’intero sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti in diverse Regioni, inclusi il recupero o la raccolta e l’inefficacia della raccolta differenziata. Dall’altro lato, gli interventi che sarebbero dovuti rientrare nella misura in parola includevano gli aiuti per la creazione di un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, il recupero o la raccolta dei rifiuti a valle della raccolta differenziata nonché la realizzazione di discariche” 



1 commento:

NextGenEUItalia ha detto...
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